Sabato 16 marzo, Kespazio! per una ricerca queer e postcoloniale organizza un evento dal titolo: Scritture metropolitane. La crisi della “città multiculturale” tra ricerca, arte e letteratura. Di seguito il testo dell’invito:
Nel romanzo di Gabriella Kuruvilla, Milano, fin qui tutto bene (Laterza 2012), i quartieri della città sono in bilico tra ghetto e spazio di frontiera: crocevia di persone che s’incontrano sempre fugacemente, eppur lasciando un segno l’una sull’altra. Sembra che la metropoli si possa raccontare, al di là di ogni retorica securitaria o multiculturalista, solo parlando una lingua ibrida e adottando una prospettiva multifocale.
Sulla scia di queste suggestioni “Kespazio! Per una ricerca queer e postcoloniale” organizza un evento su genere, migrazione e spazi urbani in cui c’interrogheremo su quali sono le tensioni che attraversano metropoli come Milano e Roma, andando oltre la visione conciliante del multiculturalismo. Guarderemo a come soggetti, storie e “culture” entrano in relazione tra loro e con gli spazi escludenti che abitano. Esploreremo il ruolo della fotografia, della letteratura e dell’antropologia nella comprensione della realtà urbana e nella rappresentazione delle ansie, delle paure e dei desideri di trasformazione di coloro che vivono nelle metropoli, in particolare le donne e i soggetti lgbtqi.
Assieme all’autrice, parteciperanno alla discussione Igiaba Scego (scrittrice), Piero Vereni (antropologo culturale), Barbara Romagnoli (giornalista) e modererà Sonia Sabelli (kespazio). Saranno proiettate le foto di Silvia Azzari (quelle incluse in questo post sono prese da qui), mentre Pierpaolo Palladino e Patrizia Romeo leggeranno alcuni brani del romanzo. La serata si chiuderà con un’aperòcena a cura del Biobiobar (a 10 euro e su prenotazione).
QUANDO:
sabato 16 marzo 2013
ore 17.30 – 21.00
DOVE:
Caffè Letterario @ Casa Internazionale Delle Donne
Via San Francesco di Sales 1°
PER PRENOTARE L’APEROCENA SCRIVI (ENTRO IL 13 MARZO) A: kespazio@gmail.com
Dalla quarta di copertina del romanzo:
«Noi in Cina queste cose non le mangiamo, le facciamo solo per voi turisti». Stavo per dirle che in realtà noi, qui a Milano, anche in Paolo Sarpi, siamo nativi, non turisti. Invece le ho chiesto: «Ma del formaggio, al posto del tofu, non è che ce l’avete?».
Fruttivendoli e internet point cingalesi, ristoranti e alimentari sudamericani, macellerie e kebab arabi, centri-massaggi e incasinatissimi bazar di cinesi multitasking dove tra cellulari e computer trovi anche delle parrucche, se il taglio a 8 euro del negozio accanto non è proprio un capolavoro: siamo in via Padova, in viale Monza, in via Sarpi, in piazzale Corvetto, all’Isola e in Porta Venezia.
Siamo a Milano, città del nuovo millennio, che non è «Parigi, dove paghi di più ma puoi fermarti al tavolino quanto vuoi. Siamo a Milano, dove tutto se fa de pressa: velocemente».
Siamo in giro con Anita, Samir, Stefania, Tony, Gioia, Pietro, Laura e Lejla, fra panchine e bar dove anche gli incontri e gli amori vanno di corsa.