Dal 2 al 5 aprile 2012, in Nigeria, nell’ambito del Lagos Black Heritage Festival Symposium, si terrà una conferenza sulle narrazioni afroitaliane del Mediterraneo nero. Nell’espressione “Mediterraneo nero” risuona l’Altantico nero con cui Paul Gilroy definisce la cultura transnazionale che trova orgine nella diaspora nera e nella tratta degli schiavi, ma l’obiettivo della conferenza è di tracciare una specifica mappatura della presenza nera nel Mediterraneo. La definizione di letteratura afroitaliana, invece, è stata introdotta da Alessandro Portelli con un saggio intitolato Le origini della letteratura afroitaliana e l’esempio afroamericano, pubblicato in un numero monografico dell’Annuario del Centro Studi Franco Fortini, dal titolo L’ospite ingrato. Globalizzazione e identità. (Quodlibet, 2000, pp. 69-86), poi disponibile anche sulla rivista online di letteratura della migrazione «El-Ghibli». La conferenza si inserisce in una serie di eventi annuali finalizzati a esplorare le connessioni tra il continente africano e la sua diaspora nell’Europa contemporanea. La scelta di focalizzare il primo evento della serie sulle connessioni tra l’Italia e la Nigeria è singolare perché la Nigeria non è mai stata una colonia italiana (a differenza dei paesi del Corno d’Africa), eppure – come sostengono gli organizzatori dell’evento – la presenza italiana è fortemente sentita in Nigeria e il legame tra i due paesi è evidente se si guarda ai flussi migratori. Sui nessi tra l’immigrazione e gli interessi italiani in Nigeria (e in particolare sullo sfruttamento delle risorse da parte dell’Eni e la storia di Joy, la donna nigeriana che ha denunciato per tentato stupro un poliziotto italiano) si può leggere un illuminante articolo di Pierluigi Sullo pubblicato su «il manifesto» del 18 marzo 2010, col titolo Joy e l’Eni. Le proposte di intervento per partecipare alla conferenza devono essere inviate entro il 30 gennaio prossimo. Di seguito la locandina con tutti i dettagli.
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