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Roma Forestiera: musiche migranti a Roma

Il Circolo Gianni Bosio organizza una serata di musica e incontro culturale che si svolgerà sabato 17 dicembre, alle ore 20.30, al Teatro Centrale Preneste, in via Alberto da Giussano 58, nel quartiere del Pigneto a Roma. Introducono Moni Ovadia, Sara Modigliani, Alessandro Portelli e partecipano i musicisti migranti: Geedi Yussuf (Somalia), Cristina Ali Farah(Somalia), Anatole Tah (Costa d’Avorio), Hevi Dilara e Abdurrahman Ozel (Kurdistan), Sergio e Janeth (Ecuador), Sushmita Sultana (Bangla Desh), Roxana Ene (Romania), Isis Rizik (Palestina), il coro multietnico di bambini “Se… ‘sta voce” e il coro multietnico “Romolo Balzani”.
Lo spettacolo prende il titolo da un più ampio progetto di ricerca etnomusicologica, Roma Forestiera, che si propone di rilevare i repertori e le forme musicali dei migranti che vivono a Roma e provincia. A partire da questo progetto, nel giugno scorso era stato realizzato un cd, dal titolo Istaraniyeri. Musiche migranti a Roma, in cui sono inclusi 26 brani, gli interpreti provengono da 15 paesi e si esprimono in 20 lingue diverse. Molte e molti dei cantanti o musicisti sono stati famosi interpreti nei loro paesi d’origine ma qui in Italia lavorano come badanti o muratori. Spesso si esibiscono a battesimi, matrimoni, funerali. Gli artisti sono stati rintracciati in differenti spazi e luoghi: la strada (molti di loro sono suonatori di strada, i tram, la metropolitana), le manifestazioni antirazziste, le feste e i riti (eventi religiosi, incontri di comunità), campi rom. Le prime cinque tracce del cd si possono ascoltare sul sito del Circolo Gianni Bosio. Nel booklet del cd si può leggere invece la descrizione del progetto, scritta da Sandro Portelli:

Una famosa canzone romana del dopoguerra lamentava che nella città di Roma, diventata “forestiera”, non si sentiva più musica nelle strade e nei quartieri. Oggi, è proprio la Roma Forestiera dei migranti, dei rifugiati, delle “seconde generazioni”, a riportare la musica nelle strade di Roma. Sempre più, la musica popolare di Roma è somala, romena, curda, nigeriana, filippina, senegalese, marocchina… La collana Roma Forestiera è dedicata a questi nuovi suoni della città e ai loro protagonisti. Come la letteratura migrante è uno dei filoni più nuovi e affascinanti della letteratura italiana contemporanea, allo stesso modo la moltitudine di musiche “forestiere” è la vera musica popolare della Roma di oggi – la musica delle strade, delle periferie, delle comunità, degli emarginati, dei “subalterni”. Come tutta la musica popolare, allora, non possiamo accontentarci di ascoltarla nelle esperienze più visibili e affermate (come l’Orchestra di Piazza Vittorio), ma è necessario andarla a cercare non tanto nelle esperienze professionistiche e di spettacolo, pure significative, quanto nei repertori personali e nelle realtà comunitarie: che canzoni hanno portato con sé le badanti ucraine, che cosa si canta nelle feste latino-americane, che cosa suonano i musicisti balcanici o rom quando suonano per se stessi? Con Roma Forestiera, il Circolo Gianni Bosio – che in quarant’anni di ricerca sul campo ha costituito il corpus più completo della musica popolare di Roma e del Lazio – lancia una nuova fase della ricerca etnomusicologica: il rilevamento dei repertori e delle forme musicali dei migranti a Roma. Come tutta la musica popolare, allora, non possiamo accontentarci di ascoltarla nelle esperienze più visibili e affermate, ma è necessario andarla a cercare non tanto nelle esperienze professionistiche e di spettacolo, pure significative, quanto nei repertori personali e nelle realtà comunitarie: che canzoni hanno portato con sé le badanti ucraine, che cosa si canta nelle feste latino-americane, che cosa suonano i musicisti balcanici o rom quando suonano per se stessi?

Proprio a partire dalla consapevolezza che «la musica registra e conserva le tracce dei flussi migratori che attraversano la terra», nasceva la scelta di includere, nell’antologia della letteratura italiana della migrazione curata da Armando Gnisci, un capitolo dedicato alla musica dei migranti: Vibrazioni da altrove. Un’inchiesta sulla musica dei migranti in Italia (in Nuovo Planetario Italiano. Geografia e antologia della letteratura della migrazione in Italia e in Europa, Città aperta, Troina 2006, pp. 519-37). In quel testo provavo a tracciare un primo e provvisorio resoconto delle espressioni musicali dei migranti e delle migranti che vivono in Italia, affermando l’importanza di approfondire l’inchiesta e suggerendo alcune possibili linee di ricerca che – scopro adesso con vero piacere – sono state realizzate nel progetto del Circolo Gianni Bosio che sarà presentato sabato al teatro Preneste.

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