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Introduzione alla letteratura italiana della migrazione

Introduzione alla letteratura italiana della migrazione
in Alfabetica: la parola come luogo d’incontro, a cura di Tullio Bugari, Gei, Jesi 2007, pp. 13-23

Già a partire dai primi anni ’90, i migranti e le migranti che vivono nel nostro paese hanno scelto l’italiano come lingua della loro espressione letteraria. Sono coloro che non hanno mai avuto voce – le minoranze, i popoli oppressi, i subalterni, i «dannati della terra» – che finalmente si appropriano del potere della parola per restituirci la loro visione del mondo.

Il loro sguardo sull’Italia e sugli italiani è lo sguardo del margine che si volge ad osservare il centro (per parafrasare il titolo di un saggio di bell hooks): uno sguardo che ci costringe a porci quelle domande che la cultura occidentale ha sempre negato ed evitato. Le riflessioni sull’identità e sull’alterità sembrano infatti non riguardarci mai direttamente: se ne parla sempre in riferimento ad altri popoli o ad altre culture, senza chiedersi cosa significhi per noi oggi essere italiani/e.

Eppure le migrazioni – e di conseguenza l’incontro/scontro tra diverse culture – rappresentano «una componente integrale della storia europea», ma raggiungono una dimensione eccezionale in un’epoca in cui il declino del concetto moderno di stato-nazione lascia il posto al regime mondiale della libera circolazione delle merci, a cui si accompagna quella della forza lavoro. Inoltre l’immagine con cui noi italiani/e ci presentiamo agli occhi del mondo – da una parte il paese che esporta ovunque l’italian style, e dall’altra, il paese della corruzione politica e della Lega Nord – la dice lunga sulla mancanza di coesione interna e sulla frammentazione linguistica e culturale che ha fatto da sfondo al processo di costruzione della nostra identità nazionale.

La comprensione del processo di multiculturalizzazione oggi in atto nel nostro paese, non può prescindere allora dalla necessità di mettere in discussione la nozione di identità italiana. Una nozione tuttora controversa, molteplice e in continuo mutamento, costruita sulla base della negazione del contrasto insoluto tra una tendenza all’omogeneità culturale e la presenza di forti spinte centrifughe: a partire dalla frammentazione in città-stato dell’epoca rinascimentale, per arrivare a un processo di unificazione basato su una colonizzazione del meridione da parte del Nord industrializzato; dal tentativo di reincarnare la retorica del potere imperiale attraverso un secolo di avventure coloniali, fino all’attuale adesione ad un modello di integrazione europea basato ancora una volta su un’ideologia dell’esclusione, implicita ad esempio nell’uso del termine “extracomunitario” […]

Posted in da libri, scritti da me.

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