In un editoriale pubblicato ieri sul sito ZeroViolenzaDonne.it, Anna Simone commenta il nuovo libro di Michela Fusaschi, Quando il corpo è delle altre. Retoriche della pietà e umanitarismo-spettacolo (Bollati Boringhieri 2011). Fusaschi, che insegna antropologia culturale e sociale all’univeristà di Roma3, aveva già pubblicato un utile saggio sulle MGF: I segni sul corpo. Per un’antropologia delle modificazioni dei genitali femminili (Bollati Boringhieri 2003). In questo ultimo libro la sua riflessione sulla costruzione delle retoriche discorsive sulle MGF si approfondisce grazie al confronto con l’analisi della CEIGF, cioè la chirurgia estetica intima dei genitali femminili, che si è recentemente diffusa in occidente. Come spiega Simone, infatti, l’analisi di Fusaschi ci permette di decostruire le retoriche pubbliche sui «diritti umani», il «business dell’umanitario» e la «costruzione sociale della vittima», che rappresentano le donne africane come “incivili” e le donne occidentali come “libere di scegliere”. Già perché – dice bene Fusaschi – «il corpo oltraggiato è sempre quello delle Altre».
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