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Musiche migranti a roma e nuovi stornelli d’esilio

Dal blog controCanto, un resoconto e una riflessione a proposito del concerto di Roma Forestiera al teatro Preneste:

Sabato scorso, 17 dicembre 2011, mentre a Firenze l’Italia antirazzista sfilava a reclamare che “nostra patria è il mondo intero” (contraddicendo tanta retorica nazionalista a cui pure buona parte del popolo della sinistra non ha saputo sottrarsi nell’anno delle celebrazioni dell’unità nazionale), a ricordare che non esistono confini, che siamo tutt@ clandestin@, che bisogna chiudere i CIE e che bisogna chiudere casapound e togliere ogni possibile spazio di azione e visibilità pubblica ad ogni forma di razzismo e di fascismo, anche da Roma si è levata una voce, un’eco di risposta e di solidarietà, nel concerto di Roma forestiera organizzato presso il Teatro Centrale Preneste. La coincidenza di date è stata del tutto casuale, eppure la casualità si è rivelata portatrice di un discorso comune, un ponte che da Roma a Firenze parla all’Italia di breve memoria per ricordarle quando “gli italiani” andavano con valigie di cartone, per ricordarle che il mito fondativo della nostra “nazione” vuole che un esule di nome Enea, profugo di terra in terra, sia approdato sui nostri lidi e, sposando la figlia di un re, abbia dato vita a un nuovo popolo.

Questo è il link per leggere il seguito su controcanto.noblogs.org.

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